Il Cielo della Mesopotamia
Dall'alto degli ziggurat, grandi templi dotati di un'alta e massiccia torre, i sacerdoti
studiavano con grande precisione la posizione delle stelle e dei pianeti e registravano
lo svolgersi di fenomeni occasionali, come le eclissi di Sole e di Luna.
La nostra divisione dell'ora in 60 minuti, composti a loro volta da 60 secondi, e la
nostra simile divisione del grado riflettono il sistema matematico posizionale elaborato dai
Babilonesi.
I Babilonesi utilizzarono l'osservazione astronomica principalmente per fini astrologici.
Nei testi ritrovati sotto le rovine della biblioteca di Assurbanipal, a Ninive, sono stati
rinvenuti molti testi astronomici e un gran numero di lettere di astrologi inviate ai re
assiri in cui si spiegava il significato astrologico dei diversi aspetti del cielo.
I due più importanti testi della storia dell'astronomia furono compilati tra il II e il I
millennio a.C.: il Mul Apin e l'Enuma Anu Enlil.
Il Mul Apin ("stella aratro") contiene un catalogo stellare, l'indicazione di sessanta
costellazioni e il metodo per calcolare le ore diurne attraverso le ombre.
Nel secondo testo il corpo celeste più spesso citato è& la Luna, che, nella visione
mitologica dell'universo, era il dio Sin, figlio di Enlil, la divinità primigenia regnante
sulla Terra. E poiché il calendario dei babilonesi era lunare, la conoscenza del moto
della Luna era fondamentale. Ma anche il modo in cui si presentava la Luna – rossa,
con alone, la parte del cielo in cui si trovava - era importante, perché& era associato a
una predizione.
Il più grande risultato dell'astronomia mesopotamica è certamente aver stabilito una serie
di relazioni cicliche riguardanti la posizione dei pianeti, del Sole e della Luna, mentre
la loro cosmologia fu molto povera.
Il cielo era considerato come una grande volta solida sostenuta da fondamenta che
poggiavano sull'oceano e che sostenevano anche la Terra.
Il Sole usciva il mattino dalla sua dimora, dalla porta a oriente e rincasava la sera,
dalla porta a occidente, per tornare a oriente attraverso un cammino sotterraneo.
Le immagini
1. Shamash, il dio Sole, sorge dalle montagne dell'est con Venere, la dea della stella del mattino davanti a lui. Sigillo mesopotamico, 2270 a.C.
2. Rovine del Tempio bianco a Uruk. Era la sede del culto del più grande dio sumero, Anu, dio del cielo. 3500 a.C. Uruk si trova oggi 20 chilometri ad est del fiume Eufrate, in una regione paludosa.
Immagine tratta da Alfonso Pérez de Laborda, Gli antichi astronomi, Jaca Book, 2007.
3. Disegni di stelle e costellazioni in questo planisfero celeste. Probabilmente veniva usato per scopi magici. Ninive, circa 650 a.C.
Londra, The British Museum.
4. Ricostruzione dello ziggurat di Babilonia. Babilonia fu il primo esempio di metropoli moderna; all'epoca di Alessandro Magno contava forse un milione di abitanti.
5. Restauro di una scala di mattoni
che dava accesso allo ziggurat di
Shoga-Zambil; probabilmente
simile era l'accesso alla torre di Babele.
Immagine tratta da Erwin Heinle, Fritz Leonhardt
Torri, Arnoldo Mondadori Arte, Milano, 1990.
6. Ricostruzione di uno ziggurat.
Venivano costruiti con mattoni
crudi e cotti. Il bitume era usato
come calce e isolante.
Immagine tratta da Alfonso Pérez de Laborda,
Gli antichi astronomi, Jaca Book, 2007.