La Terra è immobile al centro dell' Universo. Ogni oggetto celeste è solidale ad una sfera che ruota con moto uniforme attorno alla Terra. | |
Le stelle fisse sono incastonate alla sfera celeste (o sfera delle
stelle fisse) e ruotano con essa (cerchio verde). | |
I pianeti appaiono muoversi in modo irregolare: cambiano velocità, si
fermano, tornano indietro rispetto al moto precedente; Mercurio e Venere non
si osservano mai oltre una certa altezza sull'orizzonte. La riproduzione di queste irregolarità avviene tramite gli epicicli, orbite circolari su cui il pianeta si muove di moto uniforme. Il centro dell'epiciclo si muove a sua volta, sempre di moto uniforme, su un'orbita circolare detta deferente (cerchi rossi). | |
Nella figura sopra i pianeti sono rappresentati in ordine di distanza dalla Terra: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno. Ai tempi di Tolomeo le distanze dalla Terra non erano note, ma il fatto che un pianeta fosse più distante di un altro veniva dedotto dalla differenza tra i periodi di rivoluzione (si noti che la 3a legge di Keplero sarebbe stata scoperta circa 15 secoli più tardi). | Il Sole (S) e la Luna, considerati pianeti come tutti gli altri, non richiedono epicicli perché il loro moto non mostra stazionamenti e retrogradazioni come gli altri corpi celesti. (cerchi blu). |
Ogni nuova particolarità del moto viene riprodotta aggiungendo uno o più epicicli a quelli già esistenti (fino a 33). È anche possibile che il pianeta ruoti sull'epiciclo nello stesso verso in cui il centro dell'epiciclo ruota sul deferente (epiciclo maggiore) o in verso opposto (epiciclo minore). | |
Questo modello è un completamento e un'estensione del sistema del mondo di Ipparco ed è dovuto a Claudio Tolomeo (Alessandria II sec d.C.) che lo descrisse nell'opera che noi conosciamo, tramandata dagli Arabi, con il nome di Almagesto. |