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La teoria della tettonica delle placche si basa sulla considerazione che la
litosfera, un guscio sottile che ricopre tutta la superficie terrestre, non
è una struttura continua: è costituita da zone, dette
placche, isolate e in moto relativo l'una rispetto alle altre. Il
movimento è garantito dai moti convettivi (simili a quelli che si
generano nell'acqua che bolle) che si hanno nella astenosfera, lo
strato fluido immediatamente sottostante la litosfera. Le placche, alcune
delle quali costituiscono la base su cui poggiano i continenti, si spostano
continuamente, cambiando l'aspetto della Terra. |
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Le placche più rilevanti sono le 12 riportate nella mappa e solo
alcune corrispondono ai continenti. Il moto di una placca, rispetto alla
placca adiacente, è detto convergente quando le placche si
avvicinano; divergente quando si allontanano e trascorrente
quando le placche, a contatto in una zona detta faglia, scorrono una
di fianco all'altra.
Un esempio di moto convergente si ha in Italia, dove la
placca africana spinge quella euroasiatica; in questi casi una delle placche
(quella che spinge) si incunea sotto l'altra, esercitando forti pressioni e
conseguenti corrugamenti della crosta che si manifestano come terremoti di
forte intensità.
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Un esempio di moto
trascorrente è quello della faglia di Sant'Andrea, in California, dove la
placca pacifica e quella nord americana scorrono, la prima verso nord-ovest
e la seconda verso sud-est. Lungo i confini dove le placche interagiscono
si hanno forti tensioni meccaniche esercitate sulle rocce e violenti
terremoti quando queste rocce si frantumano e l'energia accumulata viene
rilasciata.
I moti divergenti generano aree di "mancanza di litosfera" che sono
riempite
con magma il quale, raffreddandosi, produce nuova crosta (litosfera). In
un'altra zona i moti saranno concorrenti, con conseguente dissolvimento di
crosta (che si incunea), per cui la quantità totale di litosfera non
cambia in modo apprezzabile.
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