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C'era una volta

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Il programma lunare sovietico


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Per molti anni dopo che gli Americani erano sbarcati sulla Luna nel 1969, l'URSS negò di aver mai preso in considerazione l'idea di competere con gli Stati Uniti per questo obiettivo e fu solo nell'89 che i Sovietici ammisero di averci anch'essi provato, senza successo.
Le aspirazioni sovietiche risalivano ai primi Anni '60, quando il Progettista Capo Sergei Korolev propose diversi studi per inviare un cosmonauta attorno alla Luna e ritorno, cioè un volo "circumlunare".
Nel 1960 Korolev aveva predisposto i piani per due razzi giganti denominati N1 e N2, che avrebbero potuto essere utilizzati per vari scopi, anche di tipo militare.
Nel 1962 il Governo sovietico approvò formalmente lo sviluppo dell'N1, ancora peraltro senza una missione principale ben definita, in grado di portare in orbita un payload (carico utile) di 75 tonnellate.
Dal 1964 due fattori fecero sì che i piani sovietici subissero dei cambiamenti.
In primo luogo, gli USA si erano pienamente impegnati in un programma volto a far scendere un uomo sulla Luna, e non solo a volarle attorno; inoltre, hardware semplificato ma  progettato in vista dell'utilizzo nell'ambito del programma Apollo veniva già sottoposto a test nello spazio.
In secondo luogo, Korolev aveva ora un pericoloso avversario nella stessa Unione Sovietica, Vladimir Chelomei, che voleva per sé un ruolo importante nel programma spaziale dell'URSS. E si diceva che Chelomei godesse dei favori di Kruschev perché il figlio del premier, di professione ingegnere, lavorava proprio nel suo team progettuale.
Nel frattempo i militari delle Forze Missilistiche Strategiche sovietiche, a cui faceva capo il controllo dei finanziamenti del programma spaziale, erano riluttanti a dare il proprio appoggio ad un programma come quello lunare, che aveva poca o nessuna ricaduta pratica nei settori di loro più diretto interesse. Preferivano invece supportare lo sviluppo di missili balistici intercontinentali (ICBM).

Korolev, peraltro, era un uomo testardo e sbandierando davanti a Kruschev i progressi fatti dagli Americani con l'Apollo riuscì a convincerlo a dare spazio (e finanziamenti) al programma lunare.
Nell'agosto 1964 Kruschev siglò i documenti contenenti l'approvazione di un progetto noto come L3, con cui i Sovietici avrebbero potuto sbarcare sulla Luna prima degli Americani. La navicella spaziale L3 sarebbe stata lanciata da un razzo N1, che ora era stato riprogettato per poter immettere in orbita terrestre un payload di 95 tonnellate. Ma Kruschev fece anche di più, affidando a Chelomei un programma parallelo, denominato LK-1, volto ad inviare due cosmonauti in orbita intorno alla Luna.
Gli sviluppi di entrambi questi progetti vennero pesantemente afflitti dalla continua conflittualità esistente tra i progettisti ai più alti livelli del programma spaziale sovietico. Per esempio, Valentin Glushko, il più potente tra i progettisti di motori a razzo in Unione Sovietica, sosteneva che i propulsori dell'N1 avrebbero dovuto utilizzare carburante solido, come gli ICBM, mentre Korolev sosteneva l'utilizzo dei propellenti liquidi, che a suo parere offrivano migliori caratteristiche di spinta.
I due non riuscirono a mettersi d'accordo e una speciale commissione si pronunciò, nel 1962, in favore delle idee di Korolev. Glushko si rifiutò allora di costruire motori a propellente liquido e Korolev dovette fare un vero e proprio salto nel buio coinvolgendo nel programma Nikolay Kuznetsov, progettista di motori aeronautici ma senza alcuna esperienza nel campo di quelli a razzo.

Ma la diatriba era accesa anche riguardo a chi dovesse guidare il programma circumlunare.
Dopo la caduta di Kruschev nel 1964, Korolev si diede da fare perché il programma fosse tolto a Chelomei, e nell'ottobre 1965 il Governo decise per un compromesso. Il progetto LK-1 di Chelomei venne cancellato; in sostituzione, Korolev avrebbe usato una Soyuz modificata - denominata L1 - per inviare dei cosmonauti intorno alla Luna. Per il lancio della L1 sarebbe stato utilizzato il potente razzo Proton di Chelomei. Il Governo fissò la data stabilita per la prima missione circumlunare L1 per la fine del 1967, 50° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre.
Così, nel 1965, il programma lunare sovietico era indirizzato su due binari paralleli: l'N1-L3 per far scendere cosmonauti sulla Luna, l'L1 per inviare uomini in orbita lunare.
Ma tutti questi dissidi erano costati parecchio ai Sovietici, sia in termini di fondi che in termini di tempo. E, come se tutto questo non fosse bastato, la morte di Korolev nel 1966 (sostituito dal suo vice Vasily Mishin) costituì un ulteriore forte colpo assestato ad una costruzione già traballante.
Il razzo N1 (con la navicella spaziale L3 alla sua sommità) era un mostro alto 105 metri e pesante circa 2.750 tonnellate. Il primo stadio aveva trenta motori, il secondo otto e il terzo quattro. Tutti questi motori erano propulsi da ossigeno liquido e kerosene e disegnati dal gruppo di Kuznetsov che, come si è visto, non disponeva della necessaria esperienza nel campo.
Per mancanza di tempo e denaro, i Sovietici decisero di rinunciare a testare i motori a terra prima di procedere ai lanci di prova, una decisione che si rivelerà fatale.

Il complesso L3 consisteva in uno stadio di spinta translunare, in uno stadio superiore per l'inserimento in orbita lunare, in un veicolo orbitale e in un veicolo per l'allunaggio.
A differenza dell'americano Apollo, che era stato studiato per tre uomini, la navicella sovietica L3 avrebbe portato due cosmonauti, di cui uno sarebbe sceso sulla Luna e l'altro sarebbe rimasto ad aspettare il collega in orbita.
All'inizio del 1967 i primi cosmonauti assegnati al progetto circumlunare iniziarono l'addestramento specifico, allenandosi nelle procedure di ammaraggio con l'utilizzo di elicotteri nel Mar Nero. Nei primi mesi del 1968, invece, un gruppo di circa venticinque cosmonauti iniziò l'addestramento per il vero e proprio sbarco lunare, con il primo equipaggio designato per la missione composto da Alexei Leonov, comandante, e Oleg Makarov, ingegnere di volo.
Intanto, verso la fine degli Anni Sessanta i Sovietici lanciarono verso la Luna alcune navicelle L1 con la generica denominazione di "Zond" (che in russo significa "sonda"), nessuna delle quali con equipaggio.
Nonostante vari problemi, Mishin continuò pervicacemente a lavorare sul progetto e stimò di poter lanciare i primi cosmonauti intorno alla Luna nel dicembre 1968, alcuni giorni prima della prevista missione Apollo 8 che avrebbe portato tre astronauti statunitensi in orbita lunare.
Tuttavia la navicella impegnata nel test finale, la Zond 6, accusò problemi nella delicata fase del rientro a terra, e Mishin fu costretto a spostare in avanti la data della prima missione con equipaggio.
E quando l'Apollo 8 volò effettivamente in orbita lunare alla fine di dicembre 1968, segnando uno dei primati più emblematici della storia dell'astronautica, il Governo sovietico decise che non aveva più senso proseguire col programma L1, che fu definitivamente cancellato nel 1970.
Ma al programma N1-L3 (lo sbarco sulla Luna) non sarebbe andata meglio.
Dopo anni di ritardi il primo razzo N1 fu lanciato nel febbraio 1969. A causa di un incendio sviluppatosi alla base del primo stadio, tutti i motori si spensero dopo 70 secondi dal lancio e il missile si schiantò al suolo senza aver raggiunto l'orbita.
Nel secondo tentativo avvenuto nel luglio 1969, circa due settimane prima della missione Apollo 11, l'N1 non si sollevò oltre 200 metri dalla base di lancio. A causa dell'esplosione di un motore, il veicolo spaziale ricadde sul poligono esplodendo rovinosamente e causando la perdita di attrezzature per milioni di rubli. Il terzo lancio, avvenuto nel giugno 1971, fallì anch'esso quando i motori del primo stadio si spensero circa 50 secondi dopo il lancio.
Durante un ultimo tentativo, nel novembre 1972, appena prima dell'accensione del secondo stadio ci fu un guasto che causò l'esplosione in volo del missile. Come si è già fatto rilevare più sopra, probabilmente molti dei drammatici malfunzionamenti avvenuti durante i lanci di prova avrebbero potuto essere evitati se si fosse preventivamente proceduto a prove a terra dei motori del primo stadio.

A dispetto di tutti questi fallimenti, Mishin continuò a lavorare alacremente sui progetti lunari e nel 1974 aveva dato inizio ad un progetto avanzato denominato L3M, con cui prevedeva di far allunare grandi moduli per esplorazioni di lunga durata. Molti ingegneri erano fiduciosi che il quinto e il sesto tentativo di lancio di razzi N1, previsti per il 1974, avrebbero avuto successo, in quanto sarebbero stati utilizzati motori più avanzati ed affidabili.
Ma il Governo sovietico non condivideva questo ottimismo e nel maggio 1974 cancellò il progetto nonostante le proteste di migliaia di tecnici e ingegneri. Ad alto livello non si vedeva più l'utilità di spendere milioni per un programma lunare quando gli Americani erano già stati sul nostro satellite cinque anni prima. Fu pertanto ordinata la distruzione di tutte le apparecchiature correlate al progetto N1. Il vecchio rivale e fiero oppositore di Korolev, Glushko, che aveva a suo tempo rifiutato di produrre i motori per i razzi N1, fu posto a capo dei programmi spaziali pilotati sovietici, mentre Mishin fu allontanato con disonore a causa dei fallimenti avvenuti. Anzi, gli fu ordinato il silenzio ed il suo nome non venne mai citato in alcun testo di storia spaziale sovietico fino al 1989, dopo la morte di Glushko.
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