Il Cielo della Grecia e di Alessandria d'Egitto
A partire dai filosofi ionici del 600 a.C. nel mondo greco si sviluppò una cosmologia che
descriveva l’universo in termini geometrici, i cui principi rimasero inalterati
fino a quando Newton diede una spiegazione scientifica del moto dei corpi
celesti.
La perfezione della sfera fu alla base della scelta di Eudosso di Cnido (c. 400, 347
a.C.) – accolta poi anche da Aristotele – di spiegare l’universo con una serie di sfere
il cui centro comune era occupato dalla Terra.
Tolomeo, che svolse la sua attività in Alessandria dal 130 al 175 d.C. circa, propose un
modello più semplice ed efficace, facendo uso dei due concetti fondamentali, ormai
arcinoti, di deferente ed epiciclo.
I pianeti si muovevano lungo orbite circolari (epicicli) il cui centro a sua volta descriveva
un cerchio (deferente).
Il suo trattato astronomico in tredici libri, solitamente noto con il titolo arabo di
Almagesto, fu pubblicato intorno al 150 d.C. e rappresentò il primo tentativo
di fornire un trattamento sistematico dell’astronomia matematica nel suo
complesso.
L’ipotesi tolemaica passò al mondo romano e, da esso, a tutto il medioevo facendo
dimenticare l’ipotesi eliocentrica che era stata formulata, con semplici ed eleganti
argomenti, da Aristarco di Samo (c. 310, 230 a.C.).
I Greci pervennero anche a una stima eccellente delle reali dimensioni della Terra.
Questo risultato fu dovuto a Eratostene. Egli ricavò che la circonferenza della Terra
era di 250.000 stadi. Si pensa che lo stadio usato da Eratostene corrispondesse a
185 metri attuali: ne risulterebbe una circonferenza terrestre di 46.250 chilometri:
un dato che, benchè superi di oltre 6.000 chilometri il valore reale, sarebbe
comunque eccellente
Le immagini
1. Zoroastro con il globo celeste e
Tolomeo con quello terrestre.
Particolare del celebre affresco di
Raffaello La Scuola di Atene che
rappresenta un’immaginaria
assemblea dei più grandi pensatori
dell’antichità e simboleggia la
ricerca razionale della verità.
1509 – 1511.
Roma, Palazzi Vaticani, Stanza della Segnatura.
2. Analemma sullo sfondo di un
tempio greco.
3. Tolomeo con una figura femminile
che rappresenta l’astronomia.
Tolomeo usa il quadrante per misurare
l’altezza della Luna. Gregor Reisch,
Margarita Philosophica. 1503.
4. Il dono della vista ci permette di
contemplare la bellezza dell’universo.
Il tempio di Poseidone a capo Sunion,
un promontorio situato sulla punta
meridionale dell’Attica in Grecia.
5. In Grecia, anticamente, il giorno
era composto di tre parti: l’ora in cui
"il mercato si riempie di gente";
mezzogiorno in punto; il pomeriggio,
ossia il "momento in cui si toglie
il gioco ai buoi". Ogni città, infine,
utilizzava un calendario specifico,
come ad esempio a Corinto, di cui la
fotografia mostra il Tempio di Apollo.
6. Sfera armillare che illustra una
traduzione latina dell’Almagesto
di Tolomeo. Questa opera per più
di mille anni costituì la base delle
conoscenze astronomiche nel
mondo islamico e in Europa. 1496.