Il Cielo dei Pittori

All’alba del terzo millennio, quando guardiamo le stelle esitiamo tra speranza e disincanto. La Luna, che le foto della Nasa ci hanno mostrato morta e disabitata, sembra ormai inutilizzabile per l’immaginazione. Sezionata dalla conquista tecnica e non più soggetto di una chimera, è finita in un magazzino di vecchi attrezzi.
Jean Clair, curatore di Cosmos, da Goya a De Chirico, da Friedrich a Kiefer, Palazzo Grassi Venezia, 2000
Una Luna da rottamare o l’infinito viaggio tra terra e cielo che, con le odierne tecnologie, raggiunge le nuove Colonne d’Ercole? Le nebulose e le galassie sono in grado di ispirare la ricerca dell’infinito a tanti artisti moderni, così come in passato la Luna aveva stimolato i loro antenati.
A Roma, nella chiesa di S. Maria del Popolo, si trova forse il primo "vero" cielo della pittura italiana. Un cielo che occupa il proprio spazio e non funge da supporto ai personaggi. è quello de L’adorazione dei pastori del Pinturicchio.
Tiziano raffigura Carlo V nella Battaglia di Mühlberg sullo sfondo un cielo lampeggiante che rappresenta l’allegoria del dolore e della sconfitta.
Scientifico è il cielo di Donato Creti: rappresenta giovani astronomi intenti a studiare il cielo notturno e le fasi lunari.
Il mutare delle stagioni, dell’ora, del clima sarà tipico dell’impressionismo e in particolare di Monet.
Con Van Gogh il cielo diventa proiezione dell’io e dello stato d’animo.
Ne La notte di Munch compaiono le stelle e la Luna della notte nordica.
Giacomo Balla rappresenta il cielo futurista, mentre cieli surrealisti si vedranno grazie a Giorgio De Chirico, Alberto Savinio e Renè Magritte.
Come poi non ricordare gli astri dei dipinti di Chagall?
La ricerca sul cielo e sullo spazio di Lucio Fontana?
I grandi cieli stellati sotto cui trionfano i simboli di Kiefer?
O la Barca che trasporta nove pianeti, opera di Parmiggiani e la forma a stella, "proiezione del cosmo nella nostra considerazione delle cose" della Forma stella Bologna di Zorio?

Le immagini

1. Lucio Fontana, Concetto spaziale, Venezia, Gallerie dell’Accademia. 1952. "...ho creato una dimensione infinita [...]. Io buco, passa l’infinto di lì, non c’è bisogno di dipingere ..." Collezione privata.
2. Giorgione, La tempesta, 1506 circa. Il torbido cielo temporalesco incombe sull’intera scena, in realtà su tutto il creato. I toni scuri, infatti, contribuiscono a conferirgli la qualità del soprannaturale che sembra tenere ogni cosa sotto incantesimo.
3. Alberto Burri, Grande Sole rosso, 1964. La combustione della plastica su cellotex crea uno squarcio nel quale lo spettatore può proiettare tutto il proprio personalissimo mondo. Roma Galleria nazionale di arte moderna.
4. Joseph Turner, Venezia: il sorgere della Luna, 1840. Il pittore pare abolire la forma, abbandonandosi completamente alla forza del colore. Gli oggetti paiono immersi, quasi dissolti, nell’accecante splendore della luce. Londra, British Museum
5. Vincent Van Gogh, La notte stellata, 1889. La luce delle stelle e della Luna sfugge ai dettami della verosimiglianza e si irradia attraverso fluttuanti aloni di giallo e di bianco. New York, Museum of Modern Art.

6. Piet Mondrian, Composizione con nero, rosso, giallo e blu, 1920. Per Kant spazio e tempo sono forme pure "a priori" dell’intuizione e sono universali, poichè appartengono a tutti gli uomini dotati di ragione. Mondiran/Holtzman Trust.