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Nel mondo
12 ottobre. Contestazioni alla Olimpiade
La contestazioneIn questa edizione, dominata dalle paure delle guerre razziali, i più forti atleti del nord America, vincitori di gare, vengono espulsi dal villaggio olimpico per aver fatto gesti ed aver indossato indumenti provocanti durante la cerimonia di premiazione. Il fatto più clamoroso accade il 17 Ottobre quando Tommie Smith e John Carlos, primo e terzo nei 200 metri, salgono sul podio a piedi nudi sollevando il pugno alzato ed abbassando la testa quando viene sollevata la bandiera americana, in segno di protesta per la considerazione dei bianchi americani verso i negri considerati come "animali, buoni unicamente per correre più velocemente oppure per saltare più in alto o più in lungo" come disse Smith. Ventiquattrore dopo anche Lee Evans, Larry James e Ron Freeman, primo secondo e terzo nella 400 metri, salgono sul podio a piedi nudi, con il pugno alzato e con il basco scuro delle Pantere nere. Questi eventi clamorosi non sconvolsero però la competizione sportiva, anzi il prosieguo della manifestazione fu tranquillo e nel rispetto delle regole. Furono assegnati premi olimpici di grande prestigio con a capo della classifica generale gli Stati Uniti ed al secondo posto l'Unione Sovietica. L'Italia si dovette accontentare del nono posto. I vincitori più acclamati furono Bob Beamon artefice di un salto in lungo di oltre mezzo metro superiore al precedente record (8,90 metri), l'americano Ray Hines vincitore dei 100 metri e l'Australiano Ralp Doubell vincitore negli 800 metri. Tra le donne Vera Caslavska, una fortissima ginnasta costretta ad interrompere i suoi allenamenti dopo l'invasione dei russi in Cecoslovacchia, riuscì ad aggiudicarsi 4 ori e due medaglie d'argento fermando la grande potenza Sovietica.