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De Curtis, Antonio (Totò)
1898-1967

Antonio De Curtis nasce a Napoli, figlio di Anna Clemente, che registra il figlio all'anagrafe sotto il nome di Antonio Clemente, considerato il momentaneo rifiuto di riconoscerlo da parte del padre, il sarto Giuseppe De Curtis. Nell'anno 1933, il marchese Francesco Maria Gagliardi adotterà Antonio, ormai 35enne, trasmettendogli i suoi vari titoli. Il nome Totò viene inventato da donna Anna, che per chiamarlo più in fretta, gli conferisce questo nomignolo stravagante e insolito.

All'età di 14 anni abbandona gli studi per dedicarsi alla pittura, diventando aiuto bottega da un certo mastro Alfonso, pittore di appartamenti. Col passare del tempo, però, riconosce che la pittura non è la sua vera aspirazione, e decide di dedicarsi al teatro. Dopo la prima guerra mondiale Antonio, insieme alla famiglia, si trasferisce a Roma deciso a presentarsi al teatro Jovinelli recitando il repertorio di Gustavo De Marco.

Arriva finalmente il successo. Non c'è cartello pubblicitario o giornale che non rechi il suo nome scritto a caratteri cubitali. In soli trenta anni riesce a concepire ben 99 pellicole e 9 episodi tv. Oltre ad essere un magnifico attore Totò era anche un grande poeta e scrittore: impossibile non ricordarlo anche per canzoni come “la Malafemmina” o per la raccolta di poesie intitolate “A livella”.

Totò ha scritto in totale più di settanta canzoni, tra le quali spicca senz'altro la già citata Malafemmina, che ebbe come primo interprete, nel 1951, Giacomo Rondinella, uno dei cantanti preferiti dal principe De Curtis. Composta in dialetto, canta in modo appassionato la delusione e la nostalgia di un uomo abbandonato. Prima di morire le sue poesie furono raccolte in un volume, che prende il titolo proprio dalla più famosa.
Il 15 aprile 1967, verso le tre e mezzo del mattino, in seguito a un rapido susseguirsi di attacchi cardiaci, Antonio si spegne. Due giorni dopo la sua salma viene trasportata nella chiesa di Sant'Eugenio in Viale delle Belle Arti.
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