Fu il primo apparecchio di registrazione magnetica apparso in Italia. Erano gli anni Sessanta e lo fabbricava la Geloso, una azienda di Milano. Per le sue dimensioni ridotte veniva chiamato Gelosino. Costava 45.000 lire e, racchiuso in una valigetta di cartone duro ricoperta di una specie di plastica, poteva essere trasportato ovunque. Il Gelosino, di plastica colore crema, aveva un comando formato da quattro pulsanti colorati, rotelline per l'azzeramento dell'indice scale e il volume. Una bobina era in grado di registrare suoni per un'ora e mezzo; il nastro veniva caricato sulla rotella sinistra, fatto passare nella testina e riavvolto sulla rotella destra. Le bobine potevano anche essere riparate in caso di rottura con dello scotch. Funzionava con la corrente elettrica e non aveva batterie. La registrazione avveniva con un microfono posizionabile vicino alla fonte stessa. Esistevano tra gli accessori un microfono camuffato da porta penna e un dispositivo a pedale per poter battere a macchina ciò che era stato detto in un discorso o conferenza.