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Nel mondo
2 dicembre. Morti in Francia


Diga di Malpasset 
Da un articolo di Alberto Frizziero pubblicato dalla Gazzetta di Sondrio:
«In Costa Azzurra, vicino a S. Raphael e Frejus, a poca distanza dall'Autoroute, c'é una località Malpasset, non facile a trovarsi. Benché in una piazza di Frejus vi sia, anche quello scarsamente leggibile, un monumento, alla solidarietà internazionale che si mobilitò in occasione del disastro, scarsissime sono le indicazioni e la gente o non sa o parla malvolentieri di quello che é successo quasi 42 anni fa.

In un posto dal nome lugubremente significativo, "Malpasset" e cioè "Mal Passo", datogli per via dei briganti che lo infestavano, era stata costruita la diga più sottile del mondo: 6,78 metri alla base, 1,5 in sommità, 43,5 m di altezza dal suolo, sviluppo al coronamento 225 metri. L'invaso era di 49,3 milioni di metri cuba. Un prodigio di ingegneria, progettista l'ing. Coyne, Presidente dell'Associazione Internazionale delle Grandi Dighe, che pochi mesi dopo morrà di crepacuore continuando a ripetere che i calcoli, rifatti due volte, erano giusti. E lo erano in effetti dato che fu appurato che la catastrofe di Frejus era stata provocata da una economia di nove milioni di franchi (su un costo totale di oltre 600). il rapporto degli esperti aveva infatti concluso che un più approfondito studio geologico e geotecnico, mancato per risparmiare, sulle condizioni del terreno sarebbe bastato ad evitare la terribile catastrofe nella quale persero la vita, la notte del 2 dicembre del 1959, 423 persone, di cui 135 bimbi di meno di 5 anni, per la rottura della diga. 951 edifici coinvolti di cui 155 distrutti, 1350 ettari di territorio su cui si fece tabula rasa, un treno spostato verso il mare come un fuscello, blocchi enormi della diga, più grandi di una casa, portati a grande distanza e ancor oggi visibilissimi. 

Testimoni locali con i quali abbiamo parlato aggiungevano che prima del sinistro c'era stato un mese intero di piogge particolarmente intense.
"La causa del crollo di Malpasset - ha dichiarato uno dei sei esperti incaricati di studiare le ragioni del crollo, il professor Max Jacobson - è la cattiva qualità della roccia che costituiva il terreno delle fondamenta". 
Chi si reca oggi là, anche senza essere un tecnico, può vedere come la collina in sinistra idrografica sia stata come "tagliata" di netto, determinando una torsione della diga stessa che per un po', pur non essendo calcolata per questa sollecitazione, riuscì a resistere. Poi la rottura secondo una linea triangolare, con la diga intatta in sponda destra.
Va aggiunto che nel luglio del 1950, si era constatato  che la diga si era spostata di diciassette millimetri e nessuno si era preoccupato di avvisare progettista e costruttore. Un segnale mancato e quindi un disastro evitabile, avvenuto».
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