Da quando nel 1945 i tre Grandi stabilirono a Yalta la divisione della Germania e quella di Berlino in tre zone di influenza (che diventeranno poi quattro, con l'inclusione della Francia tra le potenze vincitrici) la storia dell'ex capitale tedesca fu molto tormentata. Divisa in quattro settori e retta nei mesi immediatamente seguenti alla capitolazione del Terzo Reich da una Kommandatura quadripartita, Berlino sconterà molto presto l'incrinarsi dei rapporti tra gli Alleati, la successiva rottura tra sovietici e occidentali e la sua nuova e speciale collocazione geografica all'interno della zona di occupazione sovietica che diventerà la Ddr, la Repubblica democratica tedesca. Nel 1959 era Borgomastro di Berlino Willy Brandt, uno dei personaggi politici che hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia del Novecento. Fu durante la sua amministrazione che, nel 1961, il governo della Repubblica democratica tedesca fece costruire il famigerato muro, destinato a diventare il triste simbolo della Guerra fredda. La carica di Borgomastro, ricoperta con grande sagacia e dedizione, procurò a Brandt una notevole stima internazionale, che lo invogliò a tentare la scalata al potere politico. Nel 1966, allorché si formò la "Grande coalizione" fra la Cdu-Csu e la Spd, egli ottenne l'incarico di Ministro degli esteri, iniziando la politica di apertura verso i paesi comunisti, poi denominata Ostpolitik, che sortì pregevoli e duraturi risultati. Nel 1969 lo statista tedesco riuscì a vincere le elezioni per la cancelleria e diede vita ad un governo di coalizione fra socialdemocratici e liberali, che si consolidò nelle successive elezioni federali del 1972, allorché la Spd conquistò il 45,08 % dei consensi.
