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Mandela, Nelson Rolihlahla 1918
Politico sudafricano passato dalla militanza antisegregazionista e da lunghi decenni di carcere politico alla presidenza del nuovo Sudafrica multirazziale. Di famiglia nobile dell'etnia xhosa e laureato in legge, il giovane Mandela si impegnò precocemente nel movimento antisegregazionista e in particolare nell'African National Congress. Visse e lottò nel Sudafrica razzista, che aveva introdotto l'apartheid sin dal 1948. Coinvolto nella battaglia di massa non violenta venne arrestato assieme ad altre 150 persone, nel 1956 e accusato di tradimento. Il processo durò dal 1956 al 1961 e si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati. Il 21 marzo 1960 in seguito all'uccisione di 69 manifestanti disarmati a Sharpeville e l'interdizione dell' ANC e altri gruppi anti-apartheid Mandela si espresse a sostegno della lotta armata. Nel 1961 divenne comandante dell'ala armata dell' ANC che si prefiggeva interventi e sabotaggi contro l'esercito e gli obiettivi strategici, raccolse fondi e organizzò addestramenti para-militari. Nel 1962 Mandela fu arrestato e condannato all'ergastolo. Dalla prigione vide trascorrere gli anni dei bui governi di Vorster (1966-78) e di Botha (1978-89), sino ai tentativi - sotto la pressione delle rivolte nere e dell'opinione pubblica internazionale - di De Klerk (1989-93). Nel 1990 Mandela fu liberato, l'ANC legalizzata e lo stesso Mandela ne divenne Presidente nonché guida nei negoziati con il governo e De Klerk per la transizione ad un regime democratico e multirazziale. Transizione che, nonostante i timori e i grandi rischi, nel 1993 vide Mandela alla guida del nuovo Sudafrica. Nel 1999 si ritirò dalla vita politica, rimanendo la coscienza etica e civile del paese. Mandela dedica oggi gran parte del suo tempo a lavorare per il Children's Fund, che fondò nel 1994 e per la Nelson Mandela Foundation.
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