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Stalina, Svetlana Aliluyeva 1926
Era nata dal secondo matrimonio del dittatore con Nadia Aliluyeva, morta nel 1932 in circostanze molto misteriose. Ci fu chi disse che era morta di peritonite e chi fatta sopprimere dallo stesso Stalin. Nel 1941 Svetlana si innamorò di un cineasta di origine ebraica e questo fece inorridire il padre, convinto antisemita.
Stalin spedì il giovane in un gulag nella città di Vorkuta e non si seppe più niente di lui. Poi Svetlana si innamorò di un altro ebreo e questa volta il padre non si oppose. Comunque non volle mai incontrare lo sposo, dal quale lei divorziò nel 1947 dopo la nascita del figlio Joseph. Anche dopo la morte del padre nel 1953 Svetlana continuò a godere di certi privilegi negati agli altri sfortunati cittadini moscoviti.
Aveva una macchina personale, una pensione ed il suo mestiere d'insegnante. Non partecipava alla vita ufficiale del PCUS ma non l'aveva mai fatto neanche prima. Le era stato comunque vietato di compiere viaggi all'estero ed incontrare giornalisti stranieri.
Dopo la morte del padre decise di adottare il nome della madre per allontanarsi dalla fede politica comunista, che ormai non le apparteneva più . Svetlana diventò una cittadina americana e sposò l'architetto William Peters nel 1970 cambiando il suo nome in Lana Peters.
Nel 1984 tornò in Unione Sovietica stabilendosi nella città paterna, Tbilisi. Ma abbandonò la Russia nel 1986 e questa volta definitivamente, tornando in America dove ancora vive nello Stato del Wisconsin.
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