Aldo Moro nasce a Maglie, in provincia di Lecce. Nel 1946 è eletto all'Assemblea Costituente come rappresentante della DC di cui è uno dei fondatori. Lavora alla costruzione del centro sinistra dalla fine degli anni Cinquanta. Nello scontro fra Fanfani e la destra del partito, che si oppone all'apertura verso i socialisti, Moro riesce ad imporre una linea che esclude l'appoggio parlamentare dei partiti di destra per ogni futuro governo e che equivale a sostenere l'ipotesi del centro sinistra.
Nel 1963 è presidente del Consiglio di un governo che vede la partecipazione dei socialisti. Un'esperienza politica che ha termine nel 1968. Dal 1970 al 1974 Moro è ministro degli esteri. Nel 1974 costituisce il suo quarto governo, ma l'anno successivo una novità importante cambia il quadro politico italiano. Alle elezioni amministrative del 1975 il PCI ottiene un grande consenso, e riporta al centro del dibattito politico la strategia che Moro sostiene da tempo: coinvolgere il PCI nella compagine governativa per dare una nuova spinta riformista al paese.
Il 16 marzo del 1978 un commando delle Brigate Rosse rapisce Moro che dal luglio del 1976 è presidente della DC. Vengono uccisi tutti gli uomini della scorta. Moro si stava recando in Parlamento dove avrebbe votato la fiducia al primo governo con il sostegno dei comunisti. Il 9 maggio 1978 il cadavere del presidente della DC viene ritrovato dentro il bagagliaio di una Renault 4 a Roma, in via Michelangelo Caetani. È uno degli episodi più drammatici dell'intera storia dell'Italia repubblicana.